Le musiche e i canti del Salento a cui facciamo riferimento in questa pagina sono quelli legati alla lunga tradizione popolare di questa terra, i canti, le musiche e le melodie in dialetto salentino di oggi infatti non hanno bisogno di promozione o di essere ricordati, in quanto ogni potrete ascoltarli in radio o in TV.
Uno dei veicoli più importanti oggi per diffondere la propria cultura è la musica, una delle più grandi manifestazioni musicali del Salento e della Puglia è il concertone della Taranta a Melpignano, lo show ha una eco almeno nazionale, viene trasmesso in diretta dalla Rai TV e il Tacco d'Italia accresce enormemente la sua notorietà in quella notte dedicata alla pizzica.
Col passare degli anni però il numero di artisti che ne ha preso parte è aumentato e lo show è divienuto sempre più variegato e interessante.
Alcune band musicali oggi compongono testi e cantano versi in dialetto salentino, molto spesso queste canzoni sono il risultato di una commistione tra strofe in lingua italiana, inglese e puro dialetto autoctono.
Band salentine e cantautori di prestigio e di origine salentina, che sostengono o hanno sostenuto con le loro opere e la loro arte questo connubio tra passato e presente.
Questi gruppi musicali ripropongono in modo originale le antiche melodie salentine, ma i suoni sono rivisitati, reinterpretati e molto speeso combinati con altri generi musicali, in questo modo il cnato salentino rinsavisce, si rigennera e ci regala nuove emozioni.
La pizzica ha origini molto antiche che risalgono ai tempi in cui il Salento era occupato dai Greci. Già in occasione dei festeggiamenti in onore del dio Dioniso la popolazione, aiutata dal vino, si lasciavano andare pubblicamente a comportamenti sfrenati.
Il dio Dioniso inizialmente era associato unicamente al vino e ai suoi effetti liberatori, poi divenne, col tempo, dio del benessere e della gioia e si cominciò ad attribuirgli la capacità di guarigione dei mali.
Forse da qui ha origine il nesso tra il dio e la pizzica, tra le capacità miracolose e guaritrici della divinità e le sofferenze del tarantolato, tra la frenesia liberatrice del canto, della musica e del ballo e lo stato di trans inibitore del veleno del ragno, tra le regole costrittrici di una società chiusa e la voglia individuale di evadere di rompere le regole, senza assunzione di responsabilità, essa veiva attribuita alla malattia, al veleno del ragno.
Al dio greco, con l’avvento del cristianesimo la figura terapeutica viene sostiutita con San Paolo di Galatina che si aggiunge a quella della guarigione tramite il ballo.
La guarigione dal morso della tarantola cominciava presso l'abitazione del tarantolato, principalmente nella sua camera da letto, ma poi doveva aver seguito, perchè sortisse effetto, presso la cappella di San Paolo a Galatina e il pozzo d’acqua miracolosa.
Sparito il culto del dio Dionisio e la venerazione a San Paolo, scomparsa la paura della Tarantola e del suo veleno, le danze e i canti divengono patrimonio della cultura contadina. La pizzica-pizzica è un ballo veloce e vivace, di coppia ma si può ballare anche da soli.
La sua esecuzione è accompagnata dal ritmo del tamburello a sonagli, è legata al senso di circolarità nei movimenti, su se stessi e intorno ad uno stesso punto, da qui deriva il termine di ronda della Pizzica. Uno spazio centrale, libero, messo a disposzione di chi deve ballare, così come era messo a dispsozione del malato che doveva dimenarsi.
In genere i canti popolari, ma in particolar modo gli stornelli e le filastrocche potevano cambiare volta per volta, grazie alla creatività e alla fantasia popolana, ritornelli e strofe di uno stornello potevano essere adattati di volta in volta ad una situazione diversa e assumere eventualmente parole e sfumature diverse a seconda della zona in cui erano cantati.
Lo stesso cantore poteva permettersi il lusso di cambiare versione, parole o melodie ogni volta per lo stesso canto o filastrocca, rendendo una esecuzione diversa dall'altra. Chi canta e suona musica popolare non è tenuto a rispetta regole, canoni di esecuzione o temi imposti, quello che conta sono le emozioni dettate dal cuore e il beneficio del canto fine a se stesso.
Fino a pochi decenni fa, nel Salento, come nel resto del mondo, non esistevano dispositivi e strumenti che permettessero la rapida divulgazione delle informazioni, dunque, le Ninne Nanne andavano inventate da chi ne avesse bisogno per il proprio bambino, le mamme potevano attingere solo a quanto ascoltato da piccole, a loro volta, dalle proprie madri.
Queste melodie fioche e rasserenanti venivano cantate ai bambini per farli addormentare, come si sa, le parole per il bambino non hanno e non avevano molta importanza, tuttavia le scene e il contesto rappresentato era quello del mondo in cui la mamma viveva tutta la sua giornata e la sua vita. Erano immagini dei campi e di vita quotidiana.
A rappresentare in modo degno e a costiturie orgoglio del Salento nel panorma musicale nazionale e internazionale sono alcuni giovani e intraprendenti artisiti di orgine pugliese, si tratta di band o singoli cantautori che sono cresciuti in piccoli centri di provincia, e grazie al loro talento sono saliti alle luci della ribalta.
Alcuni di essi non hanno ripreso la cultura popolare salentina ma hanno dato vita a opere e successi, che benchè non rievochino le antiche melodie e ritmi della loro regione, rappresentano una dimostrazione dell'amore che in questa terra si prova per l'arte e per il canto. Ne citiamo alcuni qui di seguito.