Accanto ai fenomeni carsici superficiali nel Salento è imponente anche la presenza di grotte carsiche, alcune di queste furono frequentate per culti misterici, come accadde per la grotta della poesia di San Foca.
Per prendere parte ad un itinerario turistico o ad una escursione che vi porti a visitare cripte, ipogei e altri inseidamenti rupestri salentini potete utilizzare il seguente box, in cui selezionare data e tour preferito. I programmi di escursioni e itinerari sono in continuo aggiornamento, l'argomento trattato in questa rubrica è solo indicativo.
Con l'avvento del Cristianesimo vennero però trasformate in luoghi di culto cristiani. Raramente nel Salento gli insediamenti rupestri si trovano in grandi agglomerati, come nelle gravine del Tarantino. Fenomeni di questo tipo possono essere notati ad Otranto (valle dell'Idro e valle delle Memorie) ed a Torre dell'Orso (canale Brunese).
Più frequenti sono gli insediamenti isolati o in piccoli nuclei e, quasi sempre, sono ipogei.
Il fenomeno delle cripte eremitiche e, più in generale, quello rupestre degli invasi sacrali, inizia nell'VIII secolo, a seguito della lotta iconoclasta scatenata dall'imperatore di Bisanzio Leone III, allorquando una moltitudine di anacoreti si riversò nel Salento.
Conducendo una vita ascetica e contemplativa, gli eremiti occuparono dapprima le grotte presenti lungo le coste, per adibire poi a chiesette e dormitori le grotte naturali disseminate nell'entroterra.
Basta visitare la Cripta di Santa Marina a Muro Leccese, Santa Apollonia, nel borgo di San Dana, nel Capo di Leuca, la Madonna del Gonfalone a Tricase, Santa Marina a Miggiano, la Coelimanna a Supersano, Santa Maria degli Angeli e i SS. Stefani a Poggiardo e a Vaste, la Cripta della Favana a Veglie, e poi ancora Giurdignano, Carpignano Salentino, Casarano, Gallipoli, Ruffano, Ortelle, Otranto (con i resti del faro di civiltà di San Nicola di Casole), Sanarica, San Cassiano, Specchia, Squinzano, la Chiesa rupestre del Crocefisso a Ugento, Giuliano, per toccare con mano quanta passione e quanto trasporto hanno animato i colori degli anonimi affrescatori delle chiese rupestri salentine.