San Cataldo è una località turistica dell'Alto Salento situata sul versante Adriatico della penisola, appartiene territorialmente al Comune di Lecce e durante il periodo estivo la piccola stazione balneare si popola con l'arrivo dei turisti che si riversano nei suoi stabilimenti balneari.
In questo tratto di litorale Salentino la costa è bassa, e la spiaggia di sabbia bianca si alterna alla roccia. Il mare qui è pescosissimo e la fitta pineta giunge a ridosso del mare.
I fondali digradano lentamente e le piccole anse sabbiose sono ricoperte di pini e rigogliosi eucalipti. Tra mare azzurro e verde vegetazione, San Cataldo ospita i suoi visitatori estivi presso le Case Vacanze disseminate nel centro abitato, i Bed and Breakfast, i Villaggi Turistici, i Camping, i Residence e alcune Ville di Lusso in genere molto vicini alle spiagge.
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Da qualche anno il piccolo porto di San Cataldo ha ricominciato a svolgere attività in modo efficiente, ad esso hanno accesso le barche dei pescatori professionisti o degli amanti della pesca sportiva, ma in ogni caso si tratta di imbarcazioni piccole e a pescaggio limitato.
Nei pressi dell'antico Porto Adriano, San Cataldo vanta anche un bel faro e un importante circolo velico di derive e catamarani, rinomato a livello nazionale.
Ogni domenica mattina i leccesi, che considerano San Cataldo la loro marina per eccellenza, si spostano sul posto per fare acquisti nel caratteristico mercato settimanale.
D'estate a San Cataldo viene organizzata la Sagra del Pane, durante la manifestazione è possibile degustare ottime specialità gastronomiche tipiche del Salento e, in particolar modo, la Uliata, ovvero un pane casereccio condito con olive nere e denominato nel gergo locale Puccia e i Pizzi, ossia un pane impastato con pomodoro e cipolla.
San Cataldo è così nominata perché Cataldo, un monaco irlandese, in un suo viaggio in Terra Santa dovette attraversare l'Italia per poi dirigersi verso Gerusalemme. E' sul tragitto del ritorno, prima di giungere nel mar Ionio, che le imbarcazioni su cui viaggiava il monaco naufragarono, nei pressi proprio di Porto Adriano.
L'uomo si salvò solo per miracolo. Dopo essersi rimesso riprese il suo cammino verso Taranto, da quel momento in poi Porto Adriano venne appunto rinominato San Cataldo.
Interessanti sono i ruderi sommersi, i resti dell'antico porto romano e la cosiddetta chiesa sommersa. Si tratta di blocchi di pietra che si allungano in mare per decine di metri.
Sono ancora visibili le colonnine di ormeggio dell'antico porto fatte di marmo e granito. Oggi invece il piccolo scalo è dotato di un cantiere per le riparazioni e di un ormeggio per i natanti turistici. A circa 3 km da San Cataldo si trova la incantevole Oasi Naturale delle Cesine.