Gli sfiziosi taralli leccesi possono essere consumati durante la giornata come spezzafame, come aperitivo con un bicchiere di vino, ma anche da servire a tavola con il pane e i grissini. Per quanto riguarda l'etimologia della parola tarallo si sostiene che essa derivi dal latino Torrère ovvero abbrustolire, o direttamente dall'italico tar, cioè arrotolare o, ancora, dal francese antico danai ossia pain rond, pane rotondo.
In questa ricetta dei taralli vi indichiamo qui in seguito gli ingredienti da utilizzare, ci raccomndiamo che siano tipici pugliesi, una video ricetta e le varie fasi da seguire nella preparazione, consigli utili su come e quando mangiarli e una foto del prodotto finito.
Impastate la farina con l'olio, il lievito sciolto in acqua tiepida, il vino, un pizzico di sale, una spolverata di pepe nero macinato fresco. Lavorate la pasta fino a quando risulterà elastica e liscia e si staccherà dalla spianatoia.
Fate i taralli partendo da un maccherone grosso un dito. Tagliate in pezzi di 15 centimetri circa e congiungere le due estremità. Mettete i taralli a lievitare per due ore su un canovaccio.
In una pentola fate bollire abbondante acqua salata e immergete i taralli pochi alla volta. Quando vengono a galla, scolateli e metteteli a cuocere in forno a 180° per 45 minuti circa, fino a quando non diventeranno dorati e croccanti.
Alcune ore se si tiene conto della lievitazione