Il Salento è una lingua di terra fra due mari, lo Ionio occidentale e l'Adriatico meridionale, con coste dalle alte falesie, fiordi bellissimi, calette nascoste, scogliere basse e pescose, lunghe ed interminabili spiagge ed un mare limpido e trasparente.
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L'estremo sud della penisola pugliese, è una sorta di penisola nella penisola. La terra del Salento è come un balcone affacciato sul mar Mediterraneo, non omogenea da un punto di vista antropologico, linguisticamente un po' greca e un po' latina. Disseminata di piccoli centri poco sviluppati che orbitano intorno ad alcune cittadine di dimensioni relativamente grandi come Nardò, Otranto, Gallipoli e Galatina.
La cosiddetta Terra d'Otranto è una terra antica, testimonianza ne sono i graffiti e le pitture fatte con guano di pipistrello e con ocra, simboli misterici di iniziazione ad una religione legata agli antri bui e nascosti del territorio.
Ritrovamenti sono stati fatti presso le grotte marine della Zinzulusa, Grotta Romanelli, Grotta del Cavallo, di Santa Cesarea Terme e di Porto Badisco. In particolar modo la Grotta dei Cervi, di origine carsica, era stata rifugio dell'uomo preistorico nel Salento durante il periodo Neolitico.
Il territorio della Provincia di Lecce è disseminato di Dolmen, Menhir e Menanthol, si tratta di costruzioni megalitiche di origine indoeuropea, durante l'età del Bronzo la penisola salentine fu infatti abitata da popolazioni indoeuropee giunte fino al sud attraversando le Alpi e proseguendo lungo la dorsale adriatica.
In merito alla presenza dei Greci nel Salento occorre annoverare la presenza, tutt'oggi, di una isola linguistica denominata Grecìa Salentina. Questa area ellenofona è situata nella provincia di Lecce, nel cuore del Salento, a sud est della penisola salentina, è una delle minoranze riconosciute di cui consta la nostra nazione. Ha origini molto antiche, c'è chi pone le origini dell'area grica nel periodo bizantino, chi invece, anticipa la nascita al periodo magnogreco. La minoranza etnico-linguistica della Grecìa salentina comprende oggi 9 comuni.
Un bel video su questa zona del Salento
In passato la costa era sempre minacciata dallo sbarco di Arabi e corsari, il cui scopo era quello di saccheggiare e distruggere; fino ad i nostri giorni in cui gli sbarchi di clandestini provenienti dal nord Africa e dall'est europeo sono di altra natura ma umanamente altrettanto gravi. Cuore aristocratico e pulsante è Lecce, una realtà colta creata dalla classe dirigente arricchitasi con la terra.
La storia del Salento è sempre stata fortemente legata all'Oriente, il Salento è l'area più orientale di Italia, il Faro della Palacìa, ad Otranto è più ad est di quanto lo sia Varsavia in Polonia. La leggenda vuole che siano stati i Cretesi a fondare Lecce.
Al V secolo a.C. risale l'arrivo dei Messapi che provenivano probabilmente dalle coste dalmate, avevano un grado di civiltà molto alto, e si integrarono con le popolazioni di origine greca assimilando parte della loro cultura, pur rimanendo indipendenti con le loro città stato pronte a federarsi contro i nemici comuni.
Quello dei Messapi era un popolo dedito all'agricoltura, all'allevamento dei cavalli ed all'artigianato della ceramica. Essi diedero un impulso alla costruzione di città con imponenti cinte murarie. Precedentemente anche i Greci, nel VII secolo a.C., avevano fondato città fortezze come Otranto, Taranto e Gallipoli.
Dopo la guerra tarantina, il Salento diventò provincia romana dal punto di vista amministrativo, ma non culturale. Per il Salento il periodo precedente alla conquista dei Romani era stato molto prospero e ricco, con una civiltà superiore a qualsiasi altro popolo italico di quel tempo.
Gli stessi Romani, conquistando il Salento, scoprirono il gusto dell'arte che si manifestava attraverso la poesia (uno dei più grandi scrittori e poeti di Roma fu Quinto Ennio nato nella Messapica Rudiae, città alle porte di Lecce di cui oggi rimangono i resti archeologici, Virgilio invece visse e morì a Brindisi), la scultura, la pittura: i barbari romani avevano conquistato una terra allora già ricca di cultura, arte e storia.
Dopo la caduta dell'impero romano d'occidente, il Salento subisce le dominazioni dei Bizantini e dei Normanni che, con Federico II, portarono la regione ad essere nuovamente centro del mondo.
Con gli Svevi incominciò un lungo periodo di declino che proseguì con gli Angioini, gli Aragonesi, e con il governo vicereale spagnolo che portò nuovi sacrifici a questa terra di confine. La penisola venne costellata da una lunga serie di saccheggi e distruzioni provenienti perlopiù dal mare come testimonia il terribile martirio della città di Otranto ad opera di Acmet Pascià.
Il sacco di Otranto è una delle pagine più gravi della storia del Salento. La cittadinanza idruntina cercò di resistere ai Turchi e non accettò di abiurare a favore dell'Islam, per questo il condottiero Turco fece decapitare gli ottocento martiri i cui resti sono ancora visibili nella cattedrale della cittadina costiera.
Proprio da quel momento in poi, era il 1500, Carlo V e gli Spagnoli fecero erigere un sistema di torri di guardia costiere. Nello stesso periodo Lecce divenne una delle città più belle ed importanti del periodo, cuore pulsante delle attività culturali ed artistiche, cominciò ad attrarre nobili e studiosi, ebbe un impulso la corrente artistico architettonica del barocco che ancora oggi si può ammirare a Lecce e nel resto dell'entroterra salentino.
Dopo le tristi vicende dell'ultima guerra mondiale comincia lentamente la ripresa economica grazie alla forza d'animo degli abitanti che negli ultimi anni hanno persino dato accoglienza ai popoli balcanici in fuga dimostrandosi degni, come qualcuno ha proposto, del premio Nobel per la pace.