A ridosso del solstizio d'estate, nel giorno dell'anno in cui la luce prevale sulle tenebre, il 21 giugno, quando il calendario dei Santi celebra San Luigi, a Calimera si festeggiano i lampioni; in occasione della cosiddetta Festa dei Lampioni e de lu Cuturùsciu alcune originali lanterne fatte a mano con materiali poveri, dagli artigiani locali, vengono illuminate e fissate in alto, lungo i cornicioni delle case o sospese nel mezzo delle strade.
La Festa dei Lampioni viene da lontano, di evidente origine pagana, probabilmente nasce nell'area ellenica, alcuni graffiti rupestri di rudimentali lampioni sono stati effettivamente rinvenuti in Turchia, nella zona della Cappadocia; a Calimera, una volta sdoganata l'origine precristiana, la festa è divenuta un'occasione per celebrare i Santi Luigi Gonzaga e Antonio da Padova.
In ogni caso l'invito è di guardare all'insù, tra vicoli, piazze e cortili del centro storico di Calimera, potrete scorgere le tante forme dei lampioni, a stella, a nave, ad aereo o di qualsiasi altro profilo geometrico, illuminate da tenui e suggestive lucine ad alimentazione elettrica.
Il rituale della festa si interruppe nel corso degli anni Settanta del secolo scorso, poi grazie ad un'associazione culturale calimerese, il Circolo Ghetonìa, venne ripristinata sul finire degli anni Ottanta, oggi, la Pro Loco e il Circolo Ghetonìa si occupano della realizzazione fisica dei lampioni, avvalendosi anche di laboratori a cui prendono parte delle scolaresche nel corso dell'anno.
Oggi i Lampioni vengono conservati e riesibiti di anno in anno, una volta invece queste curiose architetture della carta venivano fatte brillare con le candele e al termine dei festeggiamenti venivano distrutte con l'accensione di un grande falò.
Queste leggere sculture conservano ancora oggi le forme e i colori più vari, però non si distruggono a fine giornata, ma si mantengono le intelaiature di canna a cui conferire, l'anno successivo, un diverso e colorato abito.
Bambini e adulti aspettavano e aspettano questo giorno per abbellire le strade con i Lampioni fatti di carta velina, giunchi, fil di ferro e un collante a base di farina.
Gli abitanti di Calimera, in ogni singola strada esibivano il proprio lume per avere il vanto, alla fine, di aver realizzato il più grande, o il più bello e originale.
Alla spettacolare Festa dei Lampioni la popolazione calimerese è solita accompagnare la Sagra de Lu Cuturùsciu.
Il prodotto della tradizione gastronomica salentina ha ottenuto nel 2012 il riconoscimento di prodotto tipico e l'iscrizione nell'albo nazionale dei prodotti tipici. Lu Cuturùsciu è una sorta di tarallo fatto dell'impasto del pane.
In passato quando le massaie finivo di preparare il pane, perché nulla andasse perso, recuperavano la pasta ancora attaccata al piano di lavorazione e ci aggiungevano un po' d'olio, del sale grosso e del pepe o del peperoncino, con cui poi facevano delle morbide ciambelline, il cui nome era appunto Cuturùsciu.
Le serate della Festa dei Lampioni sono rallegrate e arricchite dalla vendita di prodotti della gastronomia tipica e da articoli dell’artigianato locale, dall'abbigliamento agli accessori moda, ai bijoux, ai tricot, agli elementi d'arredo e ad alcune fantasiose creazioni luminose fatte a mano.
Nelle ultime edizioni, si è anche tenuto, per l'occasione, il Primo raduno nazionale dei Madonnari, e si sono esibiti sul palco l'artista Antonio Castrignanò (voce, tamburello, anima della Notte della Taranta) e altri gruppi della musica popolare salentina come i Multietnica d.o.c., Li Scianari e I Briganti di Terra d'Otranto.
Per informazioni dettagliate sulla Festa dei Lampioni e de lu Cuturùsciu, specie per le date che possono subire modifiche, è consigliabile consultare il sito ufficiale del Comune di Calimera.