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Cosa visitare a Otranto

Grotta dei Cervi

La Grotta dei Cervi è una grotta naturale ubicata poco distante dal litorale ionico – salentino presso Porto Badisco. La grotta fu scoperta nel 1971 dai membri del Gruppo Speleologico Salentino “P. de Lorentiis” di Maglie ed apparve immediatamente agli speleologi e agli esperti come una delle scoperte preistoriche più importanti del XX secolo. In un primo momento il nome che si diede al sistema di grotte fu “Antro di Enea” per celebrare il mitico eroe della Guerra di Troia approdato proprio presso Porto Badisco. Successivamente, dopo studi più attenti dei pittogrammi, si optò per “Grotta dei Cervi” per l’altissimo numero di scene di caccia al cervo e di raffigurazioni di cervi presenti sulle pareti della grotta.
Impianto: la grotta è caratterizzata da tre ampi corridoi sulle cui pareti sono presenti delle pitture.
- Il corridoio n° 1 è lungo circa m. 200 e presenta una biforcazione che conduce, da una parte, ad un breve corridoio nel quale furono rinvenuti due scheletri umani e, dall’altra, ad un proseguimento in un corridoio più stretto e angusto.
- Il corridoio n° 2 è accessibile grazie ad un piccolo e angusto antro presente lungo il corridoio n°1. Anch’esso è lungo circa m. 200 e si presenta ricco di pitture. Lungo questo corridoio si può apprezzare la presenza di un laghetto di gocciolamento di acqua naturale, mentre alla fine vi è un deposito di guano utilizzato dai preistorici frequentatori della grotta per realizzare i pittogrammi.
- Il corridoio n° 3 presenta anch’esso una lunghezza di circa m. 200 e, anche in questo caso, vi si può accedere solo tramite un pertugio presente nel corpo del corridoio n° 2. La grotta si presenta come una sorta di santuario del Neolitico presso la quale si svolgeva una specie di rito del passaggio. I corridoi, infatti, erano frequentati periodicamente dai sacerdoti e dagli addetti ai riti del passato, come testimonia l’allargamento degli ingressi ai corridoi e il rinforzo degli stessi con muretti a secco.
La decorazione pittorica: i pittogrammi, realizzati con guano di pipistrello presente in notevoli quantità e ocra rossa, raffigurano forme stilizzate e geometriche, figure antropomorfe e animali, scene di caccia, spirali e impronte di mani dei frequentatori della grotta. Tutte le figure furono realizzate tra V e IV millennio a.C. nel cuore del Neolitico, periodo al quale risalgono altre interessanti scoperte fatte nel Salento, terra che, per la sua posizione rivolta in direzione del Vicino Oriente, fu tra le prime ad essere interessata dalla grande “rivoluzione” del Neolitico. Le scene figurate rappresentano cacciatori e animali (cavalli e soprattutto scene di caccia al cervo, da cui il nome del complesso) oltre a simboli magici e al famoso dio danzante, la figura simbolo della Grotta dei Cervi.