La grotta della Zinzulusa è una formazione risalente a 50.000 anni fa. E' posizionata tra la località di Castro e Otranto. L'etimologia della parola deriva dal termine dialettale Zinzulu, ovvero straccio vecchio, questo perché all'interno la roccia è chiara rispetto alla roccia esterna che è scura; oppure è la conseguenza del fatto che nei tempi passati qualcuno vi si rifugiava dentro e poi stendeva la sua roba che si poteva notare in lontananza.
La Zinzulusa è caratterizzata da formazioni calcaree di stalattiti e stalagmiti. E' stata scoperta nel 1700, quando l'allora vescovo mons. De Luca scrisse una lettera all'allora re Ferdinando IV, in quella lettera mons. De Luca diceva di aver scoperto il tempio di Minerva fabbricato dallo scultore greco Idomeneo.
Nel corso del 1900 il Botti, lo Stasi, il Bottazzi, si dedicarono allo studio della grotta della Zinzulusa. Nel 1956 l'ente provinciale per il turismo rende pubblico il bene, ne fa un accesso con il calpestio e la rende visitabile. Il tracciato è lungo 130 metri e consta di due percorsi: Cripta e Duomo.
La prima parte presenta una roccia compatta ma in alcuni punti crollata (stalattiti franate). Nella seconda parte la roccia è erosa e friabile ma non è individuabile alcun punto di crollo, la roccia è ovunque intatta.
Questa differenza tra il primo e il secondo tratto è dovuta al fenomeno del carsismo e alla presenza del mare e del vento che sono degli agenti che erodono e danneggiano la roccia.
Diversi sono gli ambienti e le figure rocciose rinvenuti e denominati all'interno della grotta della Zinzulusa.
L'atrio
Il primo ambiente in cui ci si imbatte è il cosiddetto atrio: in alto una vera e propria cupola a forma di botte, le stalattiti pendono e si riflettono sul mare, perché ancora si è all'esterno (in una sorta di atrio appunto), da questo parte una scala che conduce verso il fondo del mare.
E' importante sottolineare che la roccia della grotta e tutta quella sovrastante permette di individuare diverse ere geologiche per la stratigrafia.
All'interno della grotta è stata rinvenuta breccia ossifera di animali esistiti e vissuti nel corso delle diverse epoche al suo interno. La breccia ossifera è costituita da frammenti di ossa di epoche diverse e di provenienza e natura diverse, di animali come rinoceronti, elefanti, orso speleo e asino idruntino.
Attraverso un corridoio di 50 metri entriamo poi nel secondo ambiente della grotta: il vestibolo, caratterizzato da materiale crollato dalla volta, sono state infatti rinvenute lame, rocce scheggiate, grattatoi, cocci, ossa, selce ed asce di ferro.
Altri 90 metri di percorso e arriviamo alla Conca: un piccolo laghetto di 90 metri quadrati di acqua, profondo massimo 7 metri, nella conca si riversa acqua dolce dalla falda freatica soprastante (falda sotterranea).
Il Corridoio delle Meraviglie il quarto ambiente della grotta, è così denominato perché all'interno ci sono delle formazioni rocciose e calcaree suggestive come per esempio le sentinelle (due stalagmiti alte e vicine tra loro), l'ariete, un'altra stalagmite, il presepe composto invece da stalagmiti piccole e vicine.
Il punto più stretto è 20 metri più avanti dove si trova un gruppo di rocce calcaree chiamato La torre di Pisa, che è una formazione centrale della fusione: stalattite e stalagmite si congiungono.
A questo punto si possono osservare dei graffiti rappresentanti le solite scene di caccia. Dunque il penultimo ambiente, il Duomo che è stato ripulito dalla coltre di guano prodotta per secoli da uccelli e pipistrelli, anche in questo caso sono stati rinvenuti strumenti litici (selce).
Il Cocito è un anfratto, in cui vi è uno specchio di acqua sotterraneo, è largo 2 metri e profondo 15 metri, all'interno vi sono delle formazioni biologiche di grande importanza come i funghi, nonché dei dipinti; questo è l'ultimo ambiente della grotta della Zinzulusa. Grazie ad un percorso parallelo si può tornare agevolmente al punto di partenza. La grotta è visitabile da aprile ad ottobre.