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La storia di San Pietro in Lama

L'esistenza del Casale di San Pietro è provata dai documenti relativi ad una concessione del 1134 da parte di Goffredo conte di Lecce, alla Chiesa di Lecce, ma può anche darsi che le origini risalgano al tempo della dominazione bizantina nel Salento, ad opera dei monaci basiliani, scampati alle persecuzioni in Oriente, sui resti di epoca romana e preromana.

San Pietro in Lama è un centro abitato della Valle della Cupa, nel mezzo della Piana Messapica, una estesa area di depressione naturale del terreno tra le città di Lecce, Cavallino, San Donato, San Cesario, San Pietro, Monbteroni, Arnesano, Copertino e Campi Salentina.

Il nucleo primitivo dell'agglomerato urbano è il quartiere di Sant'Antonio, sull'attuale via vecchia che unisce Lecce a Copertino, arteria storica che collegava l'antica città di Rudiae e il porto di Cesaria, epoca in cui furono costruite masserie, ville e "casini" per villeggiare.

Secondo quanto narra una leggenda le origini di San Pietro in Lama risalirebbero al 43 d.C., anno in cui l'apostolo Pietro, sbarcò a Porto Badisco per poi raggiungere Roma, durante il suo viaggio fece un cambiamento di direzione e si fermò in questa zona paludosa, denominata "lama" nel gergo del posto, al solo scopo di evitare il passaggio dalla pagana Lecce. San Pietro sostò nella valle della Cupa per riposarsi, e per dissetarsi attinse acqua da un pozzo realmente esistito, denominato Pozzo vecchio.

Nel secolo XII San Pietro in Lama faceva parte delle terre governate dal normanno Roberto il Guiscardo, il quale cedette il casale alla Mensa Vescovile di Lecce che conservò il feudo fino alla data di eversione della feudalità.

Le prime notizie storiche sulle origini del comune risalgono al quattrocento, le famiglie sampietrane erano 38 in tutto, vivevano nelle tradizionali case a corte nella unica via del casale, tuttora quella principale: via XX Settembre; le case erano monocellulari, vi si accedeva da un cortile, erano tutte accostate le une alle altre senza interruzioni, e raccolte intorno alla Chiesetta di Sant'Antonio, gli abitanti erano braccianti, "cotimari", "mastri piattari", "vaticali", ovvero contadini e artigiani lavoratori della creta.
Il Casale divenne famoso per la sua manifattura degli "imbrici", delle tegole di coccio esportate in tutta la Terra d'Otranto. San Pietro in Lama fu segnata sulla carta geografica del tempo proprio col toponimo di "San Pietro de l'imbrici" e in un'altra carta del 1500 venne invece definita come San Pietro di "Buli" o di "Busi" per la presenza in questa area della argilla rossa detta appunto 'bolo' o per i tanti pozzi presenti intorno al centro urbano.

Nella Chiesa della Croce si trova ancora oggi una tela del seicento che ritrae Santa Irene, alle sue spalle si vede l'antico centro urbano, un ristretto gruppo di case, la vecchia Cappella di San Nicola e l'antica parrocchiale nel frattempo entrambe andate distrutte.
 
Nel XVI secolo il paesino conta mille anime circa, la vecchia chiesa matrice abbattuta nel 1695 venne ripristinata nel 1715; e a partire dal 1650 fu edificata una serie di maestosi edifici religiosi e dimore di nobili (i Martina, i Pisacane, i Martino, i Rollo, i De Leo, i Luperto) che parlano della storia del paese.

Oggi San Pietro in Lama conta 3802 abitanti e mostra una immagine di comune moderno, così come si è evoluto dagli anni sessanta in poi, con i nuovi rioni intorno al centro storico, con strade larghe, verde, ecc.

L'economia Sampietrana ancora oggi si basa esclusivamente su agricoltura e artigianato. Sono famosi anche al di fuori della provincia, i maestri figuli, cosiddetti gli artigiani che modellano l'argilla con ispirazione e con mani esperte, ne ottengono prodotti dalle forme più bizzarre.

Il Protettore del paese è San Pietro che si festeggia la prima domenica di Luglio. I sampietreani tengono tanto alla chiesetta di "Puzzino", la cui costruzione è precedente il 1511. Questa chiesa è ubicata al confine con il feudo di Lequile, e solo grazie all'intervento della curia leccese si poté dirimere la controversia sorta tra i due comuni.

Nel dialetto locale gli abitanti di  San Pietro in Lama sono detti "Stumpacrita"; secondo alcuni il soprannome si riferiva alla indole dei Sanpietrani: poco determinati ed abbastanza incapaci di difendersi.

Mappa San Pietro in Lama