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La storia di Minervino di Lecce

Del territorio di Minervino fanno parte due frazioni: Specchia Gallone e Cocumola. Dal 1829 fino al 1921 anche Cerfignano era considerata frazione di Minervino. Nel corso degli ultimi due secoli Minervino ha visto ridursi considerevolmente il suo territorio e ha visto cambiare molto la relativa topografia.

Le informazioni sulle origini di Minervino sono diverse e a volte contrastanti, ugualmente si può dire per il suo toponimo. Secondo alcuni studi storici, Minervino è nata grazie alla popolazione degli Japigi, nel luogo in cui era stato da loro consacrato un tempio alla Dea Minerva, poi purtroppo distrutto ma ancora oggi raffigurato nell'emblema comunale.

L'uomo occupò le terre del feudo di Minervino sin dall'età del bronzo, lo prova la presenza nelle vicine campagne di un dolmen chiamato "scusi". Esso probabilmente veniva utilizzato come altare per sacrifici animali e umani a favore degli dei, ciò proverebbe la dedizione al paganesimo del popolo che nel tempo ha abitato questa terra. Dunque il tempio alla dea Minerva è plausibile che faccia parte di questo contesto sociale e spirituale.

Un'altra idea è che Minervino sia sorta nel IX secolo, i superstiti che scamparono alla distruzione di Castro, per mano dei Saraceni in una delle loro incursioni nelle terre salentine nel 1266, si spostarono in queste terre, con abbondanza di acqua e relativamente più fertili. La città, poi, sarebbe risorta verso l'interno, più lontano dal mare, dove la popolazione in fuga decise più opportunamente di farla rinascere. Probabilmente tutti i casali e i villaggi dell'antico Salento sono stati più volte devastati e abbandonati, non solo nel periodo delle invasioni Saracene dell'VIII e del IX secolo, ma anche con le invasioni turche durante il 1400. Secondo questa ipotesi, il toponimo  deriverebbe dall'antico nome di Castro: "Castrum Minervae".

Pare però che l'ipotesi più credibile sia quella secondo cui Minervino sia di origine Romana; tale convincimento si basa anche sul fatto che sono state trovate in loco vestigia di quel periodo, è stata scoperta l'esistenza di una strada la cui pavimentazione è molto simile a quella della via Appia, il che proverebbe inconfutabilmente la permanenza di un nucleo romano nel Paese.

Indagini storiche e archeologiche testimoniano l'esistenza anche di una serie di villaggi e casali prima della dominazione normanna della Puglia.

Il Casale di Minervino era del signore Ruggero Sambiasi nel 1269. Il re Filippo lo sottrasse a Giordano de Paleano e lo diede a Ugone Billotta. Durante il regno di Carlo II d'Angiò, fu signore di parte del casale minervinese Ruggero Maramonte; nel 1378 il Casale fu di Nicolantonio de Frisis; nel 1584 la famiglia Maramonte vendette la propria parte ai Gargano. Nel XIV secolo anche i Prato possedettero parte del casale.

Solo all'inizio del 1500 Minervino si popolò in modo significativo; circa 475 abitanti a quell'epoca abitavano il feudo. Durante il secolo successivo signori di Minervino furono anche i Filomarini, duchi di Cutrofiano, che lo vendettero nel 1619 ai Signori Venturi. Altri fuedatari di Minervino furono le famiglie gentilizie, dei Mori della Gatta, dei Scarciglia e degli Urso; a Specchia Gallone invece ci furono i Basalù, i Pasca a Cocumola, gli Spagnolo a Cerfignano.

Fino a metà del 1600 Minervino era divisa in 16 "borghi" o meglio dette "masserie" tra cui Masseria Minervino, Masseria Murtole, Masseria Giudecca ed altre. In ogni masseria vivevano dalle 50 alle 100 persone. Delle sedici la più importante era Masseria Minervino, che si estendeva da Piazza San Pietro fino alla Chiesa Madre e contava 150 anime.

Minervino ha di fatto, sempre rivestito in epoca feudale un ruolo egemonico nei confronti di tutte le zone limitrofe, Minervino era un casale importante e potente, tanto da essere considerato una specie di provincia rispetto ai centri limitrofi. Proprio per questo motivo, era molta ambito dai nobili del tempo. Questa supremazia si è deciso di tramandarla o comunque di renderla più forte con una epigrafe sull'architrave di una porta della Cappella di San Pietro, la prima Chiesa costruita. L'epigrafe annuncia nel dialetto del posto "Comu lu lione et lo re della nimali cu si Menerbino et lo re de li casali. A.D.M. CCCCLXXIII" la cui traduzione sarebbe "Come il leone è il re degli animali, così Minervino è il re dei casali. A.D.M. CCCCLXXIII".

Fanno parte del territorio comunale di Minervino anche le località di...


Frazione di Specchia Gallone
Anche se un piccolo centro, Specchia Gallone conserva dei documenti storici che ne provano le origini. Secondo alcuni studi sul territorio specchiese c'era una fortezza voluta da Otranto, che fungeva da vedetta. Il toponimo deriverebbe quindi dalla locuzione latina "specola", ovvero un cumulo di pietre alto tanto da permettere di vedere in lontananza, mentre la determinazione Gallone è riferita ad un importante signore feudatario che possedette il centro nel corso del 1600: Gian Battista Gallone. Poi il feudo fu acquistato dalla famiglia Sangiovanni. Nel 1806 quando la feudalità venne soppressa era dei Basalù. 


Frazione di Cocumola
Vari dolmen e menhir testimoniano la presenza dell'uomo da tempi antichissimi nel territorio di Cocumola. Purtroppo molti di questi monumenti della pietra sono andati persi. Alla fine del 1800 esitevano ancora due dolmen: Muntarruni e Monte Culumbu, e due menhir: Croce e Pizzilonghi-Urpinara. Oggi c'è solo il menhir Croce, alto circa 3 metri. L'unico dolmen rimasto è "Monte Culumbu". I Messapi depositavano i prodotti agricoli scavando delle fosse nel terreno calcareo, dei magazzini sotterranei a forma di imbuto, l'entrata in alto strettissima, la parte larga in basso. Questi antri esistono ancora nel centro storico del paese, ma non sono visibili perchè coperti da cemento e asfalto.
Nel 1500 venne edificata una torre di guardia ricca di ornamenti, per vigilare gli accessi dal mare. Anche la torre è andata distrutta, le pietre della torre furono utilizzate nel 1906, per edificare parte della Chiesa Madre e la torre dell'orologio.
Cocumola oggi conta pochi abitanti ma in pochi anni ha conseguito la fama di "paese della buona cucina", grazie alla alta qualità della gastronomia del territorio, conta ben cinque ristoranti, due pizzerie e una storica gelateria.


Mappa Minervino di Lecce