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La storia di Diso

Che il centro di Diso esistesse prima dell'anno mille è testimoniato da una epigrafe nella attuale Chiesa Matrice, che dimostra che la più recente costruzione sia avvenuta sui ruderi della vecchia e precedente chiesa che era stata invece edificata intorno all'anno 1003.
Altra certezza deriva da alcuni documenti ecclesiastici scritti e datati tra il 1256 e il 1420, grazie a questi si rileva già l'esistenza di DISUM o DIXUM, come di un borgo di elevata importanza.

In base a quanto detto si può affermare che Diso non debba le sue origini né alle invasioni turche, né alla scelta dei Signori di Castro di soggiornarvi, né si deve ritenere che il toponimo di Diso derivi da Disìo ovvero che la sua etimologia derivi da "desiderio" (cioè desiderio di abitarci), infatti nella documentazione citata il nome del paese si modifica nel tempo, e passa da DISUM a DIXUM e qualche volta anche a DISO, che sono toponimi di certa origine messapica.
Che nell'attuale area di Diso ci fossero i Messapi è testimoniato anche da alcuni sensazionali ritrovamenti archeologici rinvenuti recentemente. E' stata infatti ritrovata una pietra con iscrizione messapica che oltre a creare un nuovo capitolo sulle origini del paese, stabilisce inconfutabilmente che l'origine del toponimo Diso è messapico, ovvero Dizo: città fortificata. A riprova di tale tesi c'è anche l'antico collegamento stradale con la vicina Vaste sede di un altro imponente insediamento messapico.
Non si possono tralasciare neppure quelle scoperte archeologiche attraverso le quali le origini del paese sembrerebbero giungere fino alla preistoria.
Questi ritrovamenti provano l'esistenza di Diso già nell'età eneolitica ed in quella del bronzo.

Tuttavia si deve sottolineare che purtroppo le origini di Diso sarebbero più chiare se altri importanti ritrovamenti non fossero andati distrutti e saccheggiati: reperti archeologici di enorme valore rinvenuti in grotte e tombe sono stati spesso cancellati ad opera di persone che forse non si rendono conto della gravità delle loro azioni, contribuendo in questo modo infittire il mistero che avvolge le origini dei popoli.
La storia di Diso per svariati motivi e in molte occasioni è stata influenzata ed ha dipeso da quella della vicina Castro, nell'anno mille Diso era casale di Castro.
Durante il 1500 Castro cadde in rovina a causa delle invasioni saracene e  alle distruzioni perpetrate dai Turchi, nel 1600 Diso divenne il centro più rilevante della Contea, era all'epoca il borgo più popolato della contea e quello meglio posizionato topograficamente. Nel corso di tutto il XVII secolo Diso crebbe molto sia dal punto di vista dell'edilizia urbana, che dal punto di vista strettamente demografico; l'attività produttiva prevalente era ovviamente l'agricoltura, ma a Diso erano numerosi anche i professionisti quali notai e medici. Addirittura a Diso c'era un ospedale.
Il 1700 iniziò per Diso con una caduta economica imputabile sia all'avvento di un nuovo governo, quello austriaco sia alla scarsa produzione agricola verificatasi per più anni di seguito, la quale causò la interruzione dell'attività edilizia e una consistente migrazione verso centri più fertili.
I pochi abitanti che rimasero nel comune di Diso nonostante la crisi, nel 1715 comprarono due statue in legno dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo, tuttora venerate, e poi edificarono una nuova chiesa dedicata a quei santi, ridando così vita e rinascita a Diso, riaprirono molini e trappeti, studi medici e laboratori artigianali, fu fondato il Convento dei Frati Cappuccini.

Tuttavia esiste una leggenda che spiega diversamente come andarono le cose e il motivo per cui i Santi Giacomo e Filippo vennero scelti come protettori. Nei pressi della insenatura dell'Acquaviva, a Marittima, frazione di Diso, fu rinvenuta una nave letteralmente abbandonata; a vigilarla era una forza invisibile capace di fermare chiunque cercasse di salirvi a bordo. Nessuno degli abitanti dei paesi vicini all'insenatura riuscì a salire sulla nave, solo gli abitanti di Diso al primo tentativo vi riuscirono senza incontrare nessuno ostacolo, sulla nave gli stessi disini trovarono le due statue dei Santi Giacomo e Filippo. Si pensò si trattasse di un segnale divino a testimoniare la volontà dei santi. Per questo i due Santi vennero designati patroni.

Agli inizi dell'ottocento, dopo questo periodo di rigoglioso sviluppo il Convento dei Cappuccini venne chiuso, ciò segnò nuovamente un arresto repentino della intensa attività religiosa caratterizzatasi fino a quel momento.
Con le leggi napoleoniche del 1806 Diso godette nuovamente di un periodo positivo, fu innalzato a capoluogo di comune con frazioni Marittima e Castro.

Per più di un secolo i tre centri urbani fecero vita in comune con una maggiore concentrazione di attività a Diso: il medico condotto, la guardia, l'ostetrica; fino a quando le frazioni non divennero più grandi e importanti del capoluogo stesso. Per questo Diso nel tempo dovette trasferire agli altri due centri una serie di uffici e servizi: la scuola media, l'ufficio anagrafe, le farmacie.
Numerose furono le battaglie e i contrasti di tipo campanilistico che interessarono i tre villaggi, grazie però ad una buona cooperazione delle forze politiche e dei cittadini, le difficoltà di natura sociale, politica, turistica ed economica in generale sono state superate sino al 1977; quando Castro divenne comune autonomo. Da quell'anno Diso conserva la sola frazione di Marittima.

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